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Attacco allo Stato sociale

Tagli alle pensioni, alla sanità – finanche la riduzione dei posti letto – e all’istruzione sono stati considerati obiettivi imprescindibili per risanare la crisi finanziaria dell’eurozona

 

Il caso Grecia (Estratto Paper MOU 2010 Grecia)

Sanità

Su quali siano state le conseguenze devastanti dell'austerità sul popolo ellenico da quando la Grecia è stata commissariata, si è già discusso in occasione dell'analisi dei piani di commissariamento

Qui vale la pena evidenziare il livello di ingerenza, direi estremo, del MES sul controllo dello Stato sociale e della spesa pubblica.

Quella di seguito riportata è una tabella esemplificativa, dove a sinistra vengono posti gli obiettivi, mentre a destra il livello effettivo di attuazione degli stessi. Evidenziati in giallo alcuni punti del piano di commissariamento che raggiungono livelli di dettaglio impressionati, e da cui si evince inoltre come al di là delle gradevoli enunciazioni (modernizzazione, qualità dei servizi ecc.), di fatto si è trattato di tagli a prestazioni sanitarie in favore della popolazione.

Mes

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Anche l'approccio utilizzato per le pensioni ruota attorno al principio dei tagli alla spesa pubblica, e suona singolare come le pensioni appena al di sopra dei 1.300 euro mensili vengano considerate come sacrificabili: 

"Data l'elevata quota delle pensioni nella spesa pubblica greca, l'ampio aggiustamento fiscale residuo dovrà necessariamente comportare ulteriori aggiustamenti delle pensioni.

Lo faremo in modo da proteggere i pensionati a basso reddito. Come misure anticipate, per generare un risparmio di circa 450 milioni di euro nel 2012 (0,2 per cento del PIL), provvederemo a: (i) ridurre con un calendario progressivo le pensioni integrative superiori a 200 euro al mese; (ii) adottare una legge quadro per eliminare nel tempo il deficit strutturale della previdenza complementare; e (iii) ridurre del 12 per cento la parte per le pensioni principali superiori a 1.300 euro mensili".

 

Il caso Spagna (Memorandum 2012)

Per quanto riguarda la Spagna, così come per le riforme del lavoro, il memorandum d’intesa rimanda alle raccomandazioni europee (Raccomandazione del Consiglio, intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Spagna, 6 luglio 2012), che prevedono esplicitamente tagli allo Stato sociale:

“Il programma comprende inoltre, senza tuttavia precisarli per il momento, tagli sul fronte della spesa, in particolare nell’istruzione e nell’assistenza sanitaria a livello regionale. L’ulteriore risanamento previsto per il 2014 e 2015 non è ancora corroborato sufficientemente da misure a sostegno dell’obiettivo di disavanzo proposto e sono poche le misure concrete inserite nel programma di stabilità” (paragrafo 11).

 

Il caso Cipro (Memorandum 2012)

Il protocollo d’intesa siglato tra il Governo cipriota e il MES rispecchia grosso modo la struttura di quello greco, nel senso che prevede direttamente e in dettaglio le riforme e i tagli delle risorse destinate ai settori chiave dello stato sociale.

Pubblica amministrazione, pensioni, sanità, il mantra è sempre lo stesso: sostenere di volere efficientare per giustificare i tagli.

Per fare qualche esempio, riguardo al sistema di welfare – oltre ai già citati consistenti interventi sugli impiegati pubblici – la razionalizzazione delle risorse passa attraverso accorpamenti soppressioni di alcune prestazioni rese a favore dei cittadini ciprioti (paragrafo 3.10 del protocollo d’intesa).

Anche in questo caso i controlli da parte del MES sull’effettiva attuazione del programma sono piuttosto stringenti e invasivi, prevedendo finanche il controllo e la definizione dei soggetti beneficiari delle prestazioni, ma anche l’imposizione di ulteriori tagli (razionalizzazioni) in ragione dell’impatto fiscale delle prestazioni sociali: “Il sistema di welfare riformato deve essere coerente con gli obiettivi fiscali definiti in questo MoU”.

Per quanto riguarda nello specifico il sistema sanitario, il principio cardine delle riforme è sempre quello della “sostenibilità finanziaria del sistema sanitario”, che verrà in tal senso improntato su parametri di mercato, quali libertà contrattuale, trasparenza del consumatore, mercati contendibili e gestione del rischio. Tra le misure, poi, “limiti al volume di prodotti rimborsabili e servizi”, e modifica delle soglie di reddito per l’accesso alla sanità pubblica (paragrafo 3.2 del protocollo d’intesa).

Viene inoltre specificato che per l’erogazione della tranche di prestito, il governo deve necessariamente adottare misure di tagli alla spesa sanitaria, disponendo finanche di togliere le esenzioni per l’accesso alla sanità pubblica a una categoria di cittadini, nonché un aumento del 30 percento delle tariffe mediche (paragrafo I.17 del protocollo d’intesa).

Tra le misure di razionalizzazione della spesa pubblica, il programma del MES stabilisce:

“una riduzione delle spese totali per i trasferimenti sociali di almeno 113 milioni di EUR attraverso: (a) l'abolizione di una serie di regimi ridondanti e sovrapposti come l’assegno di maternità, altri assegni familiari e assegni scolastici; e (b) l'abolizione dell'indennità integrativa assistenziale, l'abolizione dell'assegno straordinario e la razionalizzazione dell'assegno pasquale per i pensionati. I.10 Garantire una riduzione di almeno 29 milioni di euro dell'esborso complessivo delle indennità per i dipendenti del settore pubblico e della pubblica amministrazione allargata”. Eclatanti le misure sulle pensioni dei dipendenti pubblici: “i. congelare le pensioni del settore pubblico; ii. aumentare di 2 anni l'età pensionabile legale per le diverse categorie di dipendenti; aumentare l'età minima per il diritto a una pensione non ridotta (di 6 mesi all'anno) per essere in linea con l'età pensionabile legale; pur salvaguardando i diritti acquisiti, introdurre una penalità di prepensionamento dello 0,5% per ogni mese di prepensionamento in modo da rendere attuarialmente neutrale il prepensionamento; iii. ridurre il trattamento preferenziale di gruppi specifici di dipendenti, come i membri dell'esercito e della polizia, nei piani pensionistici aziendali, in particolare per quanto riguarda il contributo alle prestazioni forfetarie … v. modificare l'articolo 37 della legge sulle pensioni per abolire la disposizione secondo la quale, in caso di decesso di un dipendente, se il defunto aveva moglie/marito al momento del pensionamento e successivamente si è risposato, il suo /la sua ultima moglie/marito è considerata vedova/vedovo.

Con l'abolizione di tale disposizione, il secondo marito/moglie non sarà considerato vedovo/a e quindi non avrà diritto alla pensione … viii. introdurre un adeguamento automatico dell'età pensionabile legale ogni 5 anni in linea con le variazioni della speranza di vita all'età pensionabile legale, da applicare per la prima volta nel 2018; ix. introdurre un cambio di indicizzazione di tutti i benefici dai salari ai prezzi” (paragrafi I9 ss.).

Vengono previste ulteriori misura da attuare nell’ambito della previdenza sociale (paragrafo I13): “ridurre attuarialmente i diritti pensionistici del regime generale di previdenza sociale dello 0,5% al mese per i pensionamenti precedenti all'età pensionabile legale al più tardi a partire da gennaio 2013, in linea con il previsto aumento dell'età minima per il diritto a una pensione non ridotta per raggiungere i 65 anni (di 6 mesi all'anno), tra il 2013 e il 2016; ii. congelamento delle pensioni del Fondo di Previdenza Sociale per il periodo 2013-2016; iii. l'abolizione dell'aumento delle pensioni per il coniuge dipendente che lavora nell'ambito del regime generale di previdenza sociale al più tardi a partire da gennaio 2013”.


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