Per i lavoratori, per la pubblica amministrazione e per la collettività in generale il “Gruppo di società” è come la Padania: non esiste.

Bisogna spiegare, poi, a chi giustifica l’atteggiamento di Marchionne sostenendo che un’impresa può stabilirsi dove lo ritiene opportuno(v. Berlusconi), che le attività della Fiat sono state mantenute con i soldi dei lavoratori che non pagano le tasse in Italia per fare intascare i soldi a manager incapaci di portare avanti un’azienda senza essere “imboccati” dallo Stato. Libertà di iniziativa economica in un mercato concorrenziale? Bene, che la Fiat restituisca tutti i finanziamenti ricevuti dallo Stato.

E’ inutile, infine, realizzare società su società utilizzando le solite parole in inglese che ormai non impressionano più: se la Fiat non produce in Italia e non garantisce i posti di lavoro non dovrà ottenere un centesimo dalle tasche degli italiani.

Non è da escludere che il sindacato possa ricorrere all’accertamento della condotta antisindacale che determinerebbe l’obbligo in capo all’azienda di porre fine al comportamento con la conseguente rimozione degli effetti in favore del sindacato e dei lavoratori.

Fate girare per favore.

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La soluzione è solo questione di volontà politica.

24 luglio 2010

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