I verbalizzatori operanti presso i tribunali d’Italia, così come i lavoratori precari e disoccupati dell’Assistenza Tecnica Unificata (ATU), sono costretti a subire una condizione di costante precarietà e talvolta perdita definitiva del posto di lavoro, a causa del solito dannoso sistema di appalti costituiti prevalentemente da prestazioni di lavoro, con il rischio che si tratti di veri e propri appalti illeciti di manodopera.

Come già messo in evidenza in alcuni miei scritti sul caso Eutelia, dovrebbe essere proprio la pubblica amministrazione a dare il buon esempio attraverso l’attuazione di buone pratiche idonee a contrastare tali meccanismi, che si traducono, di fatto, in sfruttamento del lavoro.

La soluzione? Semplice, la pubblica amministrazione assume il personale con concorso pubblico mettendo a disposizione pc e macchinette per la stenotipia. In questo modo, la collettività risparmia i soldi pubblici impiegati negli appalti (profitto delle ditte private, costi derivanti dall’attuazione di bandi di gara, ecc.) e non c’è alcun rischio legato al passaggio di informazioni legate a dati giudiziari in favore dei privati.

Perché il Ministero non attua una politica di gestione dell’attività di verbalizzazione orientata a tutelare se stessa, i lavoratori e il sistema giudiziario?

Di seguito il link per leggere la lettera dei lavoratori stanchi del silenzio e dell’indifferenza delle Istituzioni:

http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/dipartimenti/lavoro/2010/07/il-business-della-precarieta-nel-regno-del-ministero-della-ingiustizia-la-situazione-dei-verbalizzat.html

8 luglio 2010

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